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L'ARGOMENTO DI OGGI

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dai GIORNALI di OGGI

Intervento del presidente della Bce davanti al Parlamento Europeo

"La situazione economica e l'outlook sono adeguati.

Per ora livello tassi appropriato"

Trichet: "Ripresa molto graduale ma permane alta incertezza"

E' ancora presto per una exit strategy, ma bisogna "essere

pronti ad attuarla quando arriverà il momento opportuno"

Trichet: "Ripresa molto graduale ma permane alta incertezza"

2009-09-28

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

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Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

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2009-09-24

CORRIERE della SERA

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2009-09-28

Il presidente dell'Eurotower: "In calo il credito alle imprese, non cambiamo i tassi"

Tremonti: "Non si apre un'età dell'oro"

E Trichet: "Non è tempo di exit strategy"

Il ministro rilancia la politica economica per il Sud. E il capo della Bce: "Le banche facciano il loro mestiere"

MILANO - Il ministro italiano dell'Economia, Giulio Tremonti, è convinto che ci siano i primi segnali di rallentamento della crisi economica anche se "non si può immaginare che si apra una stagione d’oro". E da Bruxelles, dove ha svolto la propria audizione al Parlamento europeo, il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet sottolinea che "prematuro" dire che la crisi è finita e "non è ancora il momento" per avviare delle exit strategy.

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (Ansa)

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (Ansa)

LA QUESTIONE MERIDIONALE - Acqua sul fuoco dei facili entusiasmi, dunque. Tremonti ha parlato a Napoli in occasione di un convegno del suo partito dedicato al Meridione. E ha spiegato che per il rilancio dell’economia italiana e in particolare per lo sviluppo del Mezzogiorno "bisogna fare in fretta, bisogna concentrare le risorse in cose fondamentali, dalle opere pubbliche ad altri punti". "Il tempo è stretto e quello che ci si prospetta non l’età dell’oro - ha sottolineato il ministro -. E' stata evitata una catastrofe ed è in atto un rallentamento, ma non si può immaginare che si apra una stagione d’oro, quindi bisogna fare in fretta. Bisogna concentrare le risorse sulle cose fondamentali e bisogna evitare gli errori del passato". "La questione meridionale - ha detto ancora Tremonti - non è un problema di finanziamento ma di funzionamento; non è un problema tecnico ma politico".

A SUD TORNI STATO E GRANDI OPERE PUBBLICHE – E prima di tutto a Sud, secondo il ministro, ci vuole "uno Stato che torni a fare lo Stato e le grandi opere pubbliche". "Abbiamo avuto due fasi nella storia della Repubblica - spiega Tremonti – La prima fino agli anni '70, nella quale c'era lo Stato; una seconda fino agli anni '90 nella quale c'erano le Regioni. Si è spostato l'asse di potere dal centro alle periferie. Questo meccanismo ha amplificato il differenziale Nord-Sud". Per colmarlo è necessario ripartire con le grandi opere pubbliche. "È ora – dice il ministro - che lo Stato inverta la dispersione economica, che ricostruisca il confine tra privato e pubblico, dove il privato non cannibalizzi più le risorse pubbliche". Certo, ha riconosciuto il ministro, i ritardi del Mezzogiorno non sono legati soltanto alla cattiva utilizzazione delle risorse ma anche a un problema di corruzione civile e criminalità.

LE TRE IDEE PER IL SUD ITALIA - Tre sono le idee proposte dal governo per ripartire: zone a burocrazia zero, potenziamento del Cnr, realizzazione della Banca del sud. A queste - qualora non dovessero bastare - il ministro ne aggiunge una quarta: la fiscalità di vantaggio sui depositi bancari impiegati per iniziative sul territorio. Nelle "zone a burocrazia zero" non ci sono oneri burocratici per chi avvia attività imprenditoriale: "Le zone franche - sottolinea il ministro - sono di difficile attuazione a causa dei vincoli europei. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti di un disegno al servizio della criminalità. Io dico che è l'opposto secondo la massima che tutto è libero tranne ciò che è vietato dalle leggi penali ed europee". Quanto invece alla Banca del sud, "idea già prevista dalla Finanziaria del 2006, abbandonata dal governo Prodi e che ora vogliamo riprendere come governo e per iniziativa dei gruppi parlamentari. Non c'è grande regione d'Europa che non abbia la sua banca".

Il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet (Reuters)

Il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet (Reuters)

L'EXIT STRATEGY DELLA BCE - Il numero uno dell'Eurotower ha invece parlato dell'uscita dalla crisi dell'intera economia europea. E pur specificando che il momento non è ancora propizio, ha sottolineato come "a un certo punto le exit strategy dovranno essere implementate. La Bce ha una exit strategy, che sarà messa in campo al momento opportuno". "Nel caso della Bce - ha spiegato Trichet - l'uscita si riferisce in particolare al ritiro delle misure eccezionali messe in campo per contenere le minacce alla stabilità del sistema finanziario della zona euro e per sostenere il flusso di credito alle imprese e alle famiglie, oltre e al di sopra di quello che si sarebbe potuto ottenere solo attraverso una politica di riduzione dei tassi di interesse".

IL CREDITO ALLE IMPRESE - "L'espansione monetaria e del credito continua a decelerare - ha inoltre sottolineato Trichet -. Le ripresa nei prestiti alle imprese è in ritardo e penso che resterà debole nelle prossime settimane. È per contrastare questo scenario che il consiglio dei Governatori considera appropriato l'attuale livello dei tassi". Poi ha rivolto un messaggio alle banche, "sempre lo stesso". Ovvero: "Fate il vostro lavoro per finanziare l'economia reale e soprattutto le piccole e medie imprese". "Noi continuiamo a ripetere alle banche - ha aggiunto Trichet - che quello che stiamo facendo non lo facciamo per i loro begli occhi, ma perchè loro riescono a svolgere il proprio mestiere". "Dunque diciamo alle banche - ha proseguito il presidente della Bce - che se hanno bisogno di più capitali devono utilizzare quanto accantonato dai vari governi per questo fine. Finora solo il 55% del capitale accantonato per le ricapitalizzazioni è stato utilizzato, ma il 45% no". Per Trichet, comunque, "appare chiaro che attualmente la ragione principale delle persistenti difficoltà nel settore del credito è legata al fatto che la crescita dell'economia è diminuita moltissimo e dunque la domanda è molto meno dinamica rispetto al passato. Comunque - ha aggiunto - il 77% della domanda di credito nell'ultimo periodo ha avuto esito positivo da parte delle banche, mentre solo nel 12% dei casi la risposta è stata no. Questo vuol dire che l'erogazione del credito tutto sommato funziona".

 

28 settembre 2009(ultima modifica: 29 settembre 2009)

 

 

 

 

 

2009-09-28

Il presidente dell'Eurotower: "In calo il credito alle imprese, non cambiamo i tassi"

Tremonti: "Non si apre un'età dell'oro"

E Trichet: "Non è tempo di exit strategy"

Il ministro rilancia la politica economica per il Sud. E il capo della Bce: "Le banche facciano il loro mestiere"

MILANO - Il ministro italiano dell'Economia, Giulio Tremonti, è convinto che ci siano i primi segnali di rallentamento della crisi economica anche se "non si può immaginare che si apra una stagione d’oro". E da Bruxelles, dove ha svolto la propria audizione al Parlamento europeo, il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet sottolinea che "prematuro" dire che la crisi è finita e "non è ancora il momento" per avviare delle exit strategy.

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (Ansa)

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (Ansa)

LA QUESTIONE MERIDIONALE - Acqua sul fuoco dei facili entusiasmi, dunque. Tremonti ha parlato a Napoli in occasione di un convegno del suo partito dedicato al Meridione. E ha spiegato che per il rilancio dell’economia italiana e in particolare per lo sviluppo del Mezzogiorno "bisogna fare in fretta, bisogna concentrare le risorse in cose fondamentali, dalle opere pubbliche ad altri punti". "Il tempo è stretto e quello che ci si prospetta non l’età dell’oro - ha sottolineato il ministro -. E' stata evitata una catastrofe ed è in atto un rallentamento, ma non si può immaginare che si apra una stagione d’oro, quindi bisogna fare in fretta. Bisogna concentrare le risorse sulle cose fondamentali e bisogna evitare gli errori del passato". "La questione meridionale - ha detto ancora Tremonti - non è un problema di finanziamento ma di funzionamento; non è un problema tecnico ma politico".

A SUD TORNI STATO E GRANDI OPERE PUBBLICHE – E prima di tutto a Sud, secondo il ministro, ci vuole "uno Stato che torni a fare lo Stato e le grandi opere pubbliche". "Abbiamo avuto due fasi nella storia della Repubblica - spiega Tremonti – La prima fino agli anni '70, nella quale c'era lo Stato; una seconda fino agli anni '90 nella quale c'erano le Regioni. Si è spostato l'asse di potere dal centro alle periferie. Questo meccanismo ha amplificato il differenziale Nord-Sud". Per colmarlo è necessario ripartire con le grandi opere pubbliche. "È ora – dice il ministro - che lo Stato inverta la dispersione economica, che ricostruisca il confine tra privato e pubblico, dove il privato non cannibalizzi più le risorse pubbliche". Certo, ha riconosciuto il ministro, i ritardi del Mezzogiorno non sono legati soltanto alla cattiva utilizzazione delle risorse ma anche a un problema di corruzione civile e criminalità.

LE TRE IDEE PER IL SUD ITALIA - Tre sono le idee proposte dal governo per ripartire: zone a burocrazia zero, potenziamento del Cnr, realizzazione della Banca del sud. A queste - qualora non dovessero bastare - il ministro ne aggiunge una quarta: la fiscalità di vantaggio sui depositi bancari impiegati per iniziative sul territorio. Nelle "zone a burocrazia zero" non ci sono oneri burocratici per chi avvia attività imprenditoriale: "Le zone franche - sottolinea il ministro - sono di difficile attuazione a causa dei vincoli europei. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti di un disegno al servizio della criminalità. Io dico che è l'opposto secondo la massima che tutto è libero tranne ciò che è vietato dalle leggi penali ed europee". Quanto invece alla Banca del sud, "idea già prevista dalla Finanziaria del 2006, abbandonata dal governo Prodi e che ora vogliamo riprendere come governo e per iniziativa dei gruppi parlamentari. Non c'è grande regione d'Europa che non abbia la sua banca".

Il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet (Reuters)

Il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet (Reuters)

L'EXIT STRATEGY DELLA BCE - Il numero uno dell'Eurotower ha invece parlato dell'uscita dalla crisi dell'intera economia europea. E pur specificando che il momento non è ancora propizio, ha sottolineato come "a un certo punto le exit strategy dovranno essere implementate. La Bce ha una exit strategy, che sarà messa in campo al momento opportuno". "Nel caso della Bce - ha spiegato Trichet - l'uscita si riferisce in particolare al ritiro delle misure eccezionali messe in campo per contenere le minacce alla stabilità del sistema finanziario della zona euro e per sostenere il flusso di credito alle imprese e alle famiglie, oltre e al di sopra di quello che si sarebbe potuto ottenere solo attraverso una politica di riduzione dei tassi di interesse".

IL CREDITO ALLE IMPRESE - "L'espansione monetaria e del credito continua a decelerare - ha inoltre sottolineato Trichet -. Le ripresa nei prestiti alle imprese è in ritardo e penso che resterà debole nelle prossime settimane. È per contrastare questo scenario che il consiglio dei Governatori considera appropriato l'attuale livello dei tassi". Poi ha rivolto un messaggio alle banche, "sempre lo stesso". Ovvero: "Fate il vostro lavoro per finanziare l'economia reale e soprattutto le piccole e medie imprese". "Noi continuiamo a ripetere alle banche - ha aggiunto Trichet - che quello che stiamo facendo non lo facciamo per i loro begli occhi, ma perchè loro riescono a svolgere il proprio mestiere". "Dunque diciamo alle banche - ha proseguito il presidente della Bce - che se hanno bisogno di più capitali devono utilizzare quanto accantonato dai vari governi per questo fine. Finora solo il 55% del capitale accantonato per le ricapitalizzazioni è stato utilizzato, ma il 45% no". Per Trichet, comunque, "appare chiaro che attualmente la ragione principale delle persistenti difficoltà nel settore del credito è legata al fatto che la crescita dell'economia è diminuita moltissimo e dunque la domanda è molto meno dinamica rispetto al passato. Comunque - ha aggiunto - il 77% della domanda di credito nell'ultimo periodo ha avuto esito positivo da parte delle banche, mentre solo nel 12% dei casi la risposta è stata no. Questo vuol dire che l'erogazione del credito tutto sommato funziona".

 

28 settembre 2009

 

REPUBBLICA

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2009-09-28

Intervento del presidente della Bce davanti al Parlamento Europeo

"La situazione economica e l'outlook sono adeguati. Per ora livello tassi appropriato"

Trichet: "Ripresa molto graduale

ma permane alta incertezza"

E' ancora presto per una exit strategy, ma bisogna "essere

pronti ad attuarla quando arriverà il momento opportuno"

Trichet: "Ripresa molto graduale ma permane alta incertezza"

Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet

BRUXELLES - "La situazione economica e l'outlook sono migliorati" e la "ripresa sarà molto graduale". Anche il presidente della Banca Centrale Europea Jean Claude Trichet, in un intervento davanti al Parlamento europeo, ritiene che l'economia mostri "segni di stabilizzazione dopo le precedenti letture molto negative". "Guardando avanti - aggiunge - l'inflazione tornerà di nuovo positiva nei prossimi mesi e resterà in territorio positivo in un prossimo orizzonte".

"L'attività economica - dice ancora - ci aspettiamo che si riprenda in modo molto graduale", anche se permane una "alta incertezza". Ragion per cui, al momento, "l'attuale livello dei tassi di interesse della Bce è appropriato". I tassi di riferimento attuali sono all'1%, un livello particolarmente basso che sicuramente rimarrà tale, annuncia Trichet, almeno fino a quando non ripartirà anche il credito alle famiglie e alle imprese.

Al contrario, "L'espansione monetaria e del credito continua a decelerare. La ripresa nei prestiti alle imprese è in ritardo e penso che resterà debole nelle prossime settimane". "E' per contrastare questo scenario che il consiglio dei Governatori - aggiunge Trichet - considera appropriato l'attuale livello dei tassi".

Non solo: data l'ancora dominante incertezza, "sarebbe prematuro dichiarare finita la crisi" e quindi avviare una exit strategy: "Questo non è il momento per uscire da quel sistema di misure eccezionali introdotte in circostanze eccezionali".

Ma bisogna prepararsi, non farsi cogliere di sorpresa quando arriverà il momento giusto: "Tuttavia ad un certo punto dovranno essere attuate delle strategie d'uscita. La Bce ha una strategia d'uscita ed è pronta ad attuarla quando arriverà il momento opportuno". Questo "significa - secondo trichet - in particolare che se riteniamo che le misure straordinarie scatenano rischi per la stabilità dei prezzi, le ritireremo".

(28 settembre 2009)

L'UNITA'

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2009-09-28

Crisi, Trichet: "Non è finita, presto per l'exit strategy". Tremonti: "Non verrà l'età dell'oro"

Anche Trichet, presidente della Banca centrale europea, rischia di finire nel novero dei "disfattisti", che mettono di pessimo umore Berlusconi. Ieri ha detto che la "crisi non è finita, ed è presto per pensare a una exit strategy". In realtà Trichet ha parlato di miglioramenti molto lenti e di tempi molto lunghi per una ripresa consolidata e significativa.

"A un certo punto - dice Trichet - le exit strategy dovranno essere implementate. La Bce ha una exit strategy, che sarà messa in campo al momento opportuno".

"Dopo la caduta libera dell'attività economica a cui abbiamo assistito nella prima parte dell'anno - ha spiegato Trichet - l'economia della zona euro mostra segnali di stabilizzazione". Trichet sottolinea però come grande sia l'incertezza sul futuro. "Da un lato - afferma - l'impatto dei pacchetti di stimolo all'economia e delle altre misure prese per favorire la ripresa può essere più forte del previsto, la fiducia può migliorare più velocemente e la domanda estera può dare prova di essere più forte delle attuali previsioni.

D'altro canto però - prosegue Trichet - anche il persistere di un rapporto negativo tra l'economia reale e la situazione di stretta

creditizia può essere più forte delle attese". Sul fronte dell'inflazione Trichet ha quindi spiegato che le previsioni sono quelle "di un ritorno in terreno positivo nei prossimi mesi, anche se su livelli contenuti".

I toni di Trichet sono ovviamente più preoccupati di quelli del ministro dell'economia Tremonti, che però ha a sua volta frenato rispetto alle visioni ottimistiche di Berlusconi: "Il tempo è stretto e quello che ci si prospetta non l’età dell’oro - sottolinea il ministro - è stata evitata una catastrofe ed è in atto un rallentamento, ma non si può immaginare che si apra una stagione d’oro, quindi bisogna fare in fretta. Bisogna concentrare le risorse sulle cose fondamentali e bisogna evitare gli errori del passato". Tremonti ha detto che per il Sud non è più da vent'anni una questione nazionale, è un problema politico e servono soprattutto infrastrutture.

 

 

 

28 settembre 2009

il SOLE 24 ORE

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2009-09-28

Trichet: "Tassi appropriati, ma il credito resta debole"

28 sett3embre 2009

"L'espansione monetaria e del credito continua a decelerare. La ripresa nei prestiti alle imprese è in ritardo e penso che resterà debole nelle prossime settimane". Lo ha detto, davanti all'Europarlamento, il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, che ha concluso: "È per contrastare questo scenario che il consiglio dei

Governatori considera appropriato l'attuale livello dei tassi".

28 sett3embre 2009

 

 

 

 

AVVENIRE

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LE MONDE

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